Che cosa hanno in comune il piccolo villaggio di Laugarbrekka nella contea di Breidavik, il vicino abitato di Glaumbær in Islanda e la capitale federale del Canada, Ottawa?
Una statua.
Laugarbrekka infatti, piccolo villaggio nella penisola di Snæfellsnes, accoglie una delle tre piccole copie dell'opera d'arte realizzata in occasione della Fiera mondiale di New York nel 1938 da uno dei più noti scultori islandesi, Ásmundur Sveinsson.
Una statua intitolata "Fyrsta hvíta móðirin í Ameríku", La prima madre europea in America, che raffigura una donna in piedi al centro di un'imbarcazione vichinga, con la mano sinistra stretta al sommo della prua e la destra attorno a quella del bimbo assiso sulla sua spalla. Nel 2000 il presidente islandese Ólafur Ragnar Grímsson la inaugurò per celebrare la vita e le imprese di due tra i più grandi esploratori della cultura islandese: Guðríðr Þorbjarnardóttir e suo figlio Snorri Þorfinnsson.
La statua di Guðríðr Þorbjarnardóttir e Snorri Þorfinnsson a Laugarbrekka, in Islanda |
Guðríðr Þorbjarnardóttir (Gudrid Thorbjarnardóttir) nacque nella fattoria di Laugarbrekka in Islanda nel 980 d. C.. Le saghe narrano che, giovanissima, si innamorò del figlio di uno schiavo, e che il padre, un proprietario terriero di nome Thorbjörn Vifilsson, non volle saperne di concederla in sposa a un individuo di ceto inferiore. Le fonti letterarie ci dicono che andò in sposa a un certo Thorir e che si mise in viaggio con tutta la famiglia verso la Groenlandia, per raggiungere la colonia fondata dal famoso esploratore norreno Erik il Rosso.
E’ vero, può sembrare strano che si vada a cercare miglior fortuna in una terra che ai nostri occhi appare come un’enorme e inospitale distesa di ghiaccio, ma dobbiamo considerare che intorno all'anno 1000 la Groenlandia era una grande isola verde e rigogliosa, a tal punto che i danesi l’avevano battezzata Grønland, che significa proprio “Terra verde".
I norreni, cioè i popoli originari della Scandinavia, della Danimarca e della Germania settentrionale, erano formidabili navigatori, ma le loro “navi lunghe” i drekar (o secondo una forma più comune drakkar) non erano adeguate ad affrontare le tempeste oceaniche; fu così che durante il viaggio l'imbarcazione del marito di Gudrid affondò e lei rimase vedova.
Si dice che fosse di modi gentili e di bell’aspetto e che Thorsteinn, figlio dello stesso Erik il Rosso, la chiese subito in moglie.
La colonia groenlandese ebbe appena il tempo di stabilizzarsi, quando Leif l’altro figlio di Erik che si era spinto ancora più a Occidente sbarcando nell'attuale Canada, chiamò la famiglia e venne raggiunto, insieme agli altri, da Gudrid e Thorsteinn. Leif aveva scoperto una terra dal clima così mite e favorevole in cui cresceva la vite selvatica: questa nuova terra venne immediatamente ribattezzata Vinland, ossia terra del vino.
La saga nordica islandese conosciuta come la Saga dei Groenlandesi, una delle due principali fonti letterarie che narrano la colonizzazione vichinga dell'America insieme alla Eiríks saga rauða o Saga di Erik il Rosso, racconta che la colonia di Gudrid venne sopraffatta da gruppi di nativi americani, i quali distrussero l’insediamento e fecero strage degli abitanti.
Non restava altro da fare che tornare sui propri passi, ma il viaggio di ritorno fu terribile: in molti morirono in mare e Gudrid rimase vedova per la seconda volta.
Tornata in Groenlandia si stabilì a Brattahlid, dove venne notata da un ricco mercante, Thorfinn Karlsefni, che la chiese in sposa e con cui, dopo qualche tempo, organizzò una nuova spedizione verso il Vinland.
Tre navi vennero armate e imbarcarono decine di persone con cui ridare vita al vecchio insediamento distrutto, che in poco tempo venne rimesso in piedi e in cui verso il 1004 nacque Snorri, figlio di Gudrid e Thorfinn, il primo europeo a nascere nel Nuovo Mondo.
Anche questa volta la tranquillità venne interrotta dagli incidenti coi nativi, che costrinse la colonia di Gudrid ad abbandonare ancora il Vinland; si spinsero quindi più a sud e c’è chi dice che siano giunti fino alla zona dell'attuale Manhattan, finché le ripetute ostilità non li obbligò a riprendere il mare per stabilirsi in Groenlandia, dove Thorfinn mise in piedi una fattoria.
Dopo la morte di Thorfinn, ucciso dagli skrælingjar (così i norreni chiamavano i gli abitanti delle terre selvagge) Gudrid e il figlio fecero ritorno in Islanda nella città di Glaumbær, a sud dello Skagafjörður, in un momento storico in cui tutto il Paese si stava convertendo al cristianesimo. Lì ricevettero il battesimo, in una casa colonica all'interno della quale oggi è ospitato il Museo di Cultura Popolare dello Skagafjörður.
Gudrid credeva profondamente nei valori della nuova religione e volle intraprendere un lungo pellegrinaggio a piedi verso Roma, per visitare i luoghi che avevano visto nascere il cristianesimo. Si dice che sia stata accolta dal papa e che abbia avuto la possibilità di raccontargli tutto quel che aveva visto nella sua vita avventurosa.
Ritornata in Islanda, andò ad abitare accanto alla chiesa che Snorri aveva fatto edificare a Glaumbær, trascorrendo i suoi ultimi anni nel silenzio e nella preghiera. Morì nel 1009 d. C. e viene venerata ancora oggi come una santa, tanto che a Grafarholt, nuovo quartiere alla periferia nord di Reykjavik, le è stata dedicata l’unica chiesa luterana a prendere il nome da una donna.
E' difficile raccontare in poche parole la vita di una donna tanto straordinaria, che più di mille anni fa con coraggio e determinazione, seppe affrontare le insidie del mare aperto e le incognite di nuove terre da conquistare, scrivendo il proprio nome nella storia della civiltà europea.