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venerdì 5 marzo 2021

Eravamo giovani quando ci siamo dedicati alla scoperta...

"Eravamo giovani quando ci siamo dedicati alla scoperta, alla esplorazione. Quando quello che ci interessava era scendere più profondo e vivere sul fondo del mare, recuperare i resti di una grande galera romana, affrontare gli squali, terrificanti e misteriosi mostri marini. E la gioventù è grintosa, entusiasta, totale, egocentrica, estremista, spericolata. Eravamo giovani e pensavamo a noi stessi, alla realizzazione dei nostri sogni. Poi siamo diventati adulti. Dunque più altruisti, più riflessivi. 
Allora l'interesse maggiore è diventato quello di raccontare le nostre esperienze, di coinvolgere gli altri nella nostra avventura. Lo scopo della vita è divenuto quello di infiammare gli animi, di accendere gli entusiasmi. Ci siamo resi conto che un uomo da solo non è nulla, se non si rapporta a quelli che lo circondano. 
Attraverso le immagini, attraverso i racconti, le esperienze vissute cambiavano forma, acquistavano spessore. Solo attraverso la divulgazione, la crescita dei singoli poteva diventare la crescita dell'intera umanità. Solo così il patrimonio di ognuno poteva entrare a far parte della cultura di tutti. Oggi abbiamo percorso il mondo in lungo e largo, ne abbiamo svelato e raccontato i segreti. Ora bisogna impegnarsi per conservare tutto questo. 
Ora si deve far sì che le immagini dei film, le storie dei libri non rimangano fine a se stesse. Bisogna lottare perché tutti abbiano diritto ad una vita felice in un pianeta ancora integro. "


- Jacques Yves Cousteau





sabato 22 agosto 2020

Ci troviamo su una distesa di sole...


Ci troviamo su una distesa di sole di intensità abbagliante e di mare che riluce come uno specchio. Transtilla, la chiamano alle Lofoten, mare d’olio – di fegato di merluzzo – quelle rare volte che c’è una tale calma. Proprio davanti a noi ci sono cinquecento metri di profondità. Non abbiamo idea di quel che succede sotto quella membrana biancastra.


da "Il libro del mare" di Morten A. Strøksnes. Iperborea, 2015.

mercoledì 10 giugno 2020

C'è la mappa consultata in silenzio...

"C'è la mappa consultata in silenzio, mentre sei in movimento. E c'è la mappa che implica la sosta e pretende compagni di viaggio. Si stende sul tavolo alla fine della tappa, in attesa delle birre, quando è bello riconoscersi nella strada fatta. Oppure il mattino dopo, a colazione, quando le battute sulla strada davanti si mescolano all'odore del caffè e del pane tostato."
- Paolo Ciampi da "Il sogno delle mappe. Piccole annotazioni dai viaggi di carta", Ediciclo editore.



martedì 5 marzo 2019

Alexander Selkirk, in arte Robinson Crusoe

Primo febbraio 1709. Un uomo nascosto nel folto del bosco osserva con timore l'arrivo di due navi all'orizzonte. Sulla spiaggia, dalla quale s’è allontanato di corsa, ha lasciato un fuoco acceso che viene notato immediatamente dagli uomini appena sbarcati. Il giorno dopo esce dal suo nascondiglio e dietro alla barba lunga e arruffata lascia intravedere un sorriso e si intuire un curioso senso di sollievo. Il nome di quest’uomo è Alexander Selkirk e da quattro anni e quattro mesi vive come un naufrago nella più terribile solitudine su una delle isole deserte dell’arcipelago Juan Fernández, a 670 chilometri dalla costa del Cile. Il corsaro Woodes Rogers e i marinai delle sue due navi, Duke e Dutchess, rimangono senza parole al cospetto di quest’uomo scalzo, vestito di pelli di capra e con in mano un vecchio moschetto arrugginito. Dopo quattro lunghi anni trascorsi sulla sabbia nel Pacifico, Alexander Selkirk viene finalmente salvato.
Al rientro in Inghilterra Selkirk diviene una celebrità e la storia della sua permanenza solitaria sull'isola ispira lo scrittore britannico Daniel Defoe, che nel 1719 pubblica Robinson Crusoe, uno dei grandi classici dell’avventura.

Dalla storia.. 
Alexander Selkirk nacque nel 1676 a Lower Largo, una cittadina nella contea di Fife a nord di Edimburgo. Fin da bambino manifestò un carattere oscuro e violento, tanto che rifiutato dalla sua comunità, decise di diventare marinaio. Si unì nel 1703 alla spedizione organizzata dal famoso corsaro ed esploratore inglese William Dampier, con un solo obiettivo: guadagnare molti soldi nelle spedizioni verso i Mari del Sud.
A bordo del galeone Cinque Ports guadagnò rapidamente una buona reputazione da marinaio, ma fu da subito in aperto conflitto il comandante Thomas Stradling, mantenendo invece buoni rapporti con Dampier alla guida della seconda nave, il St. George.
La spedizione nei Mari del Sud fu deludente: le navi attraversarono a malapena Cape Horn e, lungo la costa del Pacifico, le catture furono scarse. Nell'ottobre del 1704, dopo accesi conflitti, i due equipaggi si separano e durante una pausa nell'arcipelago Juan-Fernandez a più di 600 km dalla costa cilena, la Cinque Ports ancorò vicino all'isola Más a Tierra. Stradling voleva ripartire immediatamente, ma Selkirk si oppose perché, disse, la nave aveva bisogno di riparazioni prima di riprendere il largo. Chiese quindi di essere sbarcato, dichiarando che avrebbe preferito rimanere sull'isola piuttosto che continuare a navigare su una nave che imbarcava acqua e cercò di convincere alcuni compagni a disertare. Nessuno lo seguì. Felice di sbarazzarsi di quel ribelle, Stradling lo sbarcò su due piedi, non prima di avergli dato un moschetto, dei proiettili, una libbra di polvere da sparo, un coltello, una pentola, dei vestiti e una bibbia. A nulla valse ritrattare le proprie posizioni, la ciurma del Cinque Ports lo abbandonò facendo vela verso l’orizzonte, ignorando che la sua sorte sarebbe stata molto più crudele che quella di Selkirk.

Selkirk legge la sua Bibbia in una delle due capanne costruite su una montagna. Illustrazione tratta da "The Life and adventures of Alexander Selkirk, the real Robinson Crusoe: a narrative founded on facts" (archived by Google Books)

Il primo anno di vita sull'isola fu il più difficile. Lacerato dall'angoscia, Selkirk rimase vicino alla riva, scrutando febbrilmente l'orizzonte e mangiando quel poco riusciva a trovare. Solo in un secondo momento si ritirò sull'isola, scoprendo con meraviglia una quantità di risorse insospettate. Le capre, introdotte durante le incursioni spagnole, gli salvarono la vita diventando materia prima inesauribile sia per mangiare che per vestirsi
A poco a poco, Alexander riacquisì la fiducia in se stesso, creando un mondo tutto suo. Si costruì una capanna a due stanze, una per cucinare, l'altra per riposare. La fede presbiteriana lo aiutò e, stando a quanto riferì, leggendo ad alta voce la Bibbia e i salmi si salvò dalla follia. "Con la forza della ragione e una lettura assidua degli scritti, volgendo i suoi pensieri verso lo studio della navigazione, finisce per riconciliarsi perfettamente con le sue condizioni", avrebbe scritto più avanti nel suo libro "L'inglese" il giornalista Richard Steele, uno dei primi a narrare l'epopea di Selkirk.
Alexander lo ripeté più volte al suo ritorno: i suoi ultimi anni a Más a Tierra furono per lui un periodo felice, di una tranquillità che non trovò mai più dopo la sua partenza, il 2 febbraio 1709, perché il ritorno alla civiltà fu molto difficile. Il suo carattere ombroso e i suoi demoni tornarono a tormentarlo e nel 1713 dovette fuggire da Bristol dove fu accusato di aver aggredito un falegname; si rifugiò nel suo villaggio natale e visse per un po’ in una grotta dietro casa di suo padre. 
Il richiamo del mare però lo spinse dopo qualche tempo a riprendere il largo e ad unirsi alla Royal Navy nel 1720. Morì di febbre gialla un anno dopo, il 13 dicembre 1721, su una nave mercantile vicino alle coste del Ghana, dimenticato da tutti, mentre un certo Robinson Crusoe stava diventando famoso nel mondo.

… alla leggenda
Robinson Crusoe non si limitò a prendere in prestito gli abiti di Selkirk, ma in un certo senso si sovrappose alla sua figura assimilandone la memoria, creando il mito dell'uomo abbandonato da tutti, costretto a lottare per preservare la propria parte di umanità minacciata dal ritorno a una vita selvaggia. 

Robinson Crusoe, in un disegno di N. C. Wyeth, ispirato alla descrizione di Selkirk fatta da Rogers 
Foto: Christie’s Images / Scala, Firenze

Dal 1 gennaio 1966 l’isola, conosciuta come Isla Más a Tierra, l'isola più vicina alla costa continentale del Cile, si chiama ufficialmente Isla Robinson Crusoe (ne abbiamo parlato nel post dal titolo “L'isola di Robinson Crusoe”), mentre l'isola dell'arcipelago detta Isla Más Afuera (l'isola più esterna), è stata ribattezzata isola Alexander Selkirk proprio in omaggio al marinaio scozzese.

Il ricordo di Alexander Selkirk riemerse gradualmente nella memoria collettiva, grazie all'interesse di artisti e storici. Nel 2005 i ricercatori hanno trovato tracce del suo accampamento e tra racconti, fumetti e film ispirati alla sua avventura sembra proprio che sia giunto anche per lui il momento di diventare un eroe; un personaggio dalla vita burrascosa e straordinaria capace, con la sua storia, di far sognare generazioni di lettori di tutto il mondo.

martedì 12 febbraio 2019

Le aurore boreali tra le pagine di Jules Verne

In Finlandia c'è una leggenda secondo cui l’aurora boreale sarebbe nata dalla coda di una volpe. 
L'antica storia racconta che questo grazioso animale correndo tra le montagne innevate, ne urtava ad ogni passo le bianche coltri; ogni scintilla di ghiaccio guizzando leggera in alto, turbinava verso il cielo dando vita al “revontulet” che in finlandese significa letteralmente fuochi della volpe.

Anche il Dott. Clawbonny nel romanzo di Jules Verne rimane incantanto da quella danza leggera di luci e colori e noi del Club non potevamo non proporvi una breve passo tratto da un grande classico dell'avventura.
Buona lettura a Voi.


"In quasi tutte le notti, il dottore poteva osservare delle magnifiche aurore boreali; dalle quattro alle otto della sera il cielo coloravasi leggermente verso il nord; poi quella colorazione assumeva la forma regolare d'un orlo giallognolo, le estremità del quale sembravano marcarsi sul campo di ghiaccio. A poco a poco la zona luminosa elevavasi nel cielo secondo il meridiano magnetico, ed appariva rigata di fasce nerastre; getti di materia luminosa si formavano, si allungavano, diminuivano od aumentavano il loro splendore; la meteora, giunta al suo zenit, componevasi sovente di parecchi archi che va riavano le loro onde dei colori della luce, rosso, giallo e verde. Era un abbagliante, un incomparabile spettacolo. Poi le varie curve riunivansi in un sol punto, formando delle corone boreali d'uno splendore del tutto celeste. Finalmente gli archi si premevano gli uni contro gli altri, formando delle volute; la splendida aurora impallidiva, i raggi intensi si cangiavano in albori pallidi, vaghi, in determinati, indecisi, e il meraviglioso fenomeno indebolito, quasi estinto, svaniva insensibilmente nelle nubi Oscure del Sud.
Non è possibile immaginar la magia di un tale spettacolo, sotto le alte latitudini, a meno di otto gradi dal polo; le aurore boreali osservate nelle regioni temperate non possono somministrarne neppure un debole saggio ; sembra che la Provvidenza abbia voluto riserbare a quei climi le sue meraviglie più sorprendenti. Numerosi paraseleni apparivano egualmente mentre splendeva la luna, parecchie immagini della quale si riproducevano allora nel cielo, accrescendone lo splendore; sovente pure semplici aloni lunari contornavano l'astro della notte, brillante nel centro d'un circolo luminoso con isplendida intensità."

"Avventure del capitano Hatteras: Gl'inglesi al Polo Artico. Parte prima" di Giulio Verne. Milano, Fratelli Treves Editori, 1874.

martedì 17 luglio 2018

Io sono tormentato da...

“Io sono tormentato da un’ansia continua per le cose lontane. 
Mi piace navigare su mari proibiti e scendere su coste barbare.”

- Herman Melville


giovedì 5 aprile 2018

Di confini non ne ho mai visto uno


Di confini non ne ho mai visto uno. Ma ho sentito che esistono nella mente di alcune persone.
- Thor Heyerdahl, antropologo, esploratore e scrittore norvegese

domenica 4 marzo 2018

L'esplorazione secondo Alex

"Avevo circa sei, forse sette anni. All’epoca vivevo ad Aprica, provincia di Sondrio e mi ero fatto disegnare da mio padre, su un tovagliolo di carta, i sentieri dietro la mia casa. Munito di borraccia a tracolla e bussola mi avventurai in quel dedalo di sentieri. Non andai lontano perché dopo un paio di ore ero già tornato, ma quel piccolo viaggio di scoperta fu importantissimo e ancora oggi mi nutro dell’emozione di quel momento. Ebbi la sensazione di riconnettermi alla natura."
 - Alex Bellini

venerdì 2 febbraio 2018

Nella sua grandezza...


Nella sua grandezza il genio disdegna le strade battute e cerca regioni ancora inesplorate.

- Abraham Lincoln