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domenica 21 giugno 2020

Il mondo secondo Sir Burton, collezionista di mondi


Fai quello che la tua natura umana ti ordina di fare,
Non aspettarti applausi se non da te stesso:
Vive e muore nel più nobile dei modi
Chi crea e difende leggi fatte da sé.

Richard Francis Burton, The Kasîdah, VIII: XXXVII


Sir Richard Francis Burton (1821-1890), ufficiale in servizio nelle colonie inglesi, ha dedicato l'intera vita al viaggio e all'avventura. Questo romanzo originale e polifonico restituisce con visionaria nitidezza il fascino della sua figura eccezionale quanto misteriosa!

Burton è una delle figure più romanzesche ed eccentriche del diciannovesimo secolo. Ufficiale in servizio nelle colonie inglesi, attraversa mondi all’epoca sconosciuti e pericolosi. Esplora a fondo le terre musulmane, dall’Egitto all’Arabia, l’Africa orientale, da Zanzibar ai laghi Tanganica e Vittoria alla ricerca delle sorgenti del Nilo, e l’India, da Baroda al deserto del Sindh.

Diplomatico, spia, orientalista, traduttore (sue le versioni inglesi del Kama Sutra e delle Mille e una Notte), Burton sazia la sua brama di sapere studiando a fondo le lingue, gli usi, i costumi e le culture che incontra, tanto da riuscire a confondersi perfettamente con le popolazioni locali. Travestito da pellegrino, sarà tra i primissimi occidentali a compiere l’Hajj, il viaggio sacro alla Mecca. La perdita dei suoi diari, bruciati dalla vedova dopo la sua morte a Trieste, rappresentò dunque un danno irreparabile non solo per i futuri biografi ma anche per la storia e l’antropologia.

Nessuno come lo scrittore bulgaro Ilija Trojanow poteva dedicare una grande narrazione a questo gigante dell’anticonformismo e dell’avventura: come il suo eroe, ha viaggiato e vissuto in tre continenti, ha studiato a fondo le culture, le religioni e le lingue, ha indagato la complessità della natura umana. In un romanzo originale e polifonico, Trojanow restituisce con visionaria nitidezza il fascino di una figura storica tanto eccezionale quanto misteriosa.

venerdì 19 giugno 2020

L'ultimo viaggio del "Magic Bus"

«C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo.»
- Chris McCandless

Un piccolo punto sulla carta geografica dell'Alaska, una zona impervia e difficilmente raggiungibile a circa 382 chilometri a nord di Anchorage, a est del fiume Teklanika sullo Stampede Trail nel Denali National Park and Preserve.
In questo luogo selvaggio dal 1961 sostava il "Magic Bus", un autobus abbandonato che nel 1992 divenne il rifugio di Chris McCandless il ragazzo statunitense che trascorse gli ultimi 112 giorni della sua esistenza nei boschi dell'Alaska, alla ricerca di un ideale di vita felice, lontano dagli stereotipi e dalle maglie stringenti della società capitalistica.
La storia di Chris, diventata famosa nel 1996 grazie alla biografia di Jon Krakauer ‘Into The Wild’ e al film omonimo diretto nel 2007 da Sean Penn, ha ispirato molte persone che da ogni parte del mondo ogni anno tentavano di raggiungere il "Magic Bus" mettendo in pericolo la propria incolumità. Una meta di pellegrinaggio che tra il 2009 al 2017 è costata alle autorità ben quindici missioni di soccorso per salvare escursionisti in difficoltà, spesso improvvisati e non adeguatamente equipaggiati.
Il "Magic Bus" è stato rimosso, portato via da un elicottero dell’esercito americano, in un'operazione frutto della collaborazione tra il dipartimento delle risorse naturali dell'Alaska e la Guardia nazionale.
A terra rimarranno ancora per qualche tempo i segni della sua presenza, le scaglie di vernice sbiadita, l'impronta sulla vegetazione e poi la Natura tornerà a riabbracciare quel lembo di terra che è stato testimone di un sogno autentico di libertà.




mercoledì 10 giugno 2020

C'è la mappa consultata in silenzio...

"C'è la mappa consultata in silenzio, mentre sei in movimento. E c'è la mappa che implica la sosta e pretende compagni di viaggio. Si stende sul tavolo alla fine della tappa, in attesa delle birre, quando è bello riconoscersi nella strada fatta. Oppure il mattino dopo, a colazione, quando le battute sulla strada davanti si mescolano all'odore del caffè e del pane tostato."
- Paolo Ciampi da "Il sogno delle mappe. Piccole annotazioni dai viaggi di carta", Ediciclo editore.



giovedì 28 maggio 2020

L'anima del Nord. Alla ricerca dello spirito scandinavo


Mai come in questi anni le idee e lo spirito scandinavo sono presenti nelle nostre vite quotidiane. I mobili delle nostre case, la letteratura gialla e le fiction televisive, il rapporto con la natura e la vita all’aria aperta, persino la cucina e la filosofia domestica spicciola guardano con curiosità a questa affascinante parte d’Europa.

Ma quanto è realistica la percezione della Scandinavia che abbiamo attraverso tutte queste suggestioni? E in cosa consiste, esattamente, questa sfuggente “anima del Nord” di cui tanto si favoleggia? Lo scrittore inglese Robert Ferguson, trapiantato da quasi quarant’anni in Norvegia, tenta di rispondere in un viaggio attraverso il tempo e lo spazio che lo condurrà a raccontare le storie di uomini, eventi e persino di oggetti straordinari, dalla musica Death Metal norvegese al teatro di Strindberg, da Greta Garbo al burro Lurpak, dalle pietre runiche vichinghe al cinema svedese, da Knut Hamsun alla strage di Otoya, da Ibsen all’arte di Edvard Munch.

Un’immersione personale e coinvolgente in un mondo ricchissimo di vicende straordinarie e poco conosciute; un libro che aiuta molto a capire la peculiarità del Nord Europa, una meravigliosa elegia per lo spirito scandinavo.