Quando la bellezza di un'esperienza passata viene raccontata da scrittore a lettore con parole semplici e coinvolgenti, ecco che la divulgazione scientifica si mescola al ricordo e dà vita a qualcosa che tocca l'animo di ognuno di noi.
In questo breve passo tratto dal suo libro più famoso “L’Anello di Re Salomone”, l'etologo Konrad Lorenz ricordando un episodio della sua infanzia, ci restituisce una delle pagine più vibranti della sua intera produzione letteraria.
“...recatevi con un vasetto e con un acchiappafarfalle allo stagno più vicino, immergete alcune volte la rete, e raccoglierete una miriade di organismi viventi. In quella reticella per me è ancor oggi rinchiuso l’incanto della fanciullezza... Con un simile aggeggio, a nove anni ho catturato le prime dafnie per i miei pesciolini, scoprendo così le piccole meraviglie dello stagno di acqua dolce che immediatamente mi sedusse con il suo fascino. Dopo la reticella venne la lente d’ingrandimento, dopo di questa un modesto microscopio, e con ciò il mio destino fu irrevocabilmente segnato. Chi infatti ha contemplato una volta con i propri occhi la bellezza della natura non è destinato alla morte come pensa Platen, bensì alla natura stessa, di cui ha intravisto le meraviglie. E se ha davvero degli occhi per vedere, costui diverrà inevitabilmente un naturalista.”
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